Ci sono tre fratelli che tornano nella loro casa di bambini. C’è una cosa che la madre deve dirgli. Nessuno sa quale sia quella cosa. Fuori nevica, sono i giorni prima di Natale. C’è una ragazza, che si ritrova per caso a vivere con loro quei giorni. Ha un aspetto così familiare che sembra venire da un passato che si stenta a mettere a fuoco. Ci sono un’ attesa e una vicinanza forzata. Una gara di peperoncini e un tronco da caricarsi sulle spalle. C’è un pesce nuovo per l’acquario e un anello di fidanzamento. Vecchi quaderni di scuola e un fuoco da tenere acceso. Un telecomando che non si trova più e un albero di Natale con le lucine intermittenti. Un telefono che squilla e una vecchia storia di sciamani pellerossa. Ci sono certi spiriti, in quella casa, che faticano ad andare via.

Note regia
La relazione tra i quattro personaggi è il centro della nostra storia. Li vediamo insieme solo per pochi giorni, vissuti sull’orlo di una perdita, che rivelano qualcosa dei loro sentimenti e il senso delle loro vite vissute a metà. Sono costretti a un contatto, a un confronto prima di allora mai avvenuto. Attraverso il racconto del viaggio di un’anima che sta passando verso un altro mondo, c’è la presa di coscienza di chi resta e che ci deve fare i conti. Quello che ci fa ridere e commuovere di loro, fra segreti non detti e liti sopite, accensioni di rabbia e confronti liberatori, è un’umanità piena e senza difese, che la casa della loro infanzia e l'assenza della madre dispiegano in modo potente. Sullo sfondo di questi giorni c’è un alberello di Natale che, con le sue lucine colorate, illumina in modo intermittente i personaggi. Scandisce il loro buio e la loro luce, i loro slanci e le loro incertezze, il loro battito del cuore.