Forse la più famosa fabulazione di Dario Fo, quella che l’ha reso celebre in tutto il mondo, Mistero buffo è un contenitore magmatico e sorprendente. Torna in scena nella vibrante interpretazione di Ugo Dighero: un omaggio al Premio Nobel che mostra ancora intatta la sua grande forza comica. Di quel patrimonio di invenzioni si fa carico l’attore genovese, che propone la sua versione di due celebri passi del Mistero buffo: Il primo miracolo di Gesù bambino, monologo che affonda le sue radici nei Vangeli Apocrifi e diventa una parabola di popolare sensibilità, e il travolgente La parpàja topola, tratto dal Fabulazzo osceno del 1982, storia di un contadino misogino e scorbutico cui va in sorte l’eredità del padrone. E lui si trova circondato da aspiranti spose.

Al di là delle vicende e delle trame, le fabulazioni sono terreno impervio per ogni attore: i testi di Mistero buffo richiedono all’interprete doti non usuali, capacità camaleontica di evocare mille personaggi, di coniugare Medioevo e presente, di tenere un occhio sul testo e uno sull’improvvisazione. Dighero ci riesce e il risultato non manca.