TEATRO BRANCACCINO


La Tregua è un romanzo complesso e profondamente ricco, alla principale linea narrativa del viaggio di ritorno, si intrecciano le storie dei personaggi che primo Levi incontra in questa vera e propria odissea, le riflessioni di carattere morale, storico e politico dell'autore sui fatti appena accaduti, e sulle prove che lui e i suoi compagni di avventura saranno chiamati ad affrontare una volta tornati a casa. Senza dubbio la bellezza del racconto è data dal linguaggio e dalla descrizione dei personaggi che l'autore tratteggia con la capacità analitica di un uomo di scienza e anima con la sensibilità di un poeta. Colpisce la vitalità di queste storie, l'immediatezza con cui si passa dal dramma alla vera e propria commedia, affascina il modo in cui questi compagni di ventura e di sventura di Levi lasciano l'anonimato per entrare a far parte del mondo delle persone conosciute, care e amiche. È dunque stato soprattutto questo aspetto del romanzo a suggerirmi la semplice e drammatica considerazione che l'unico modo per comprendere le tragedie di popoli, nazioni, intere comunità, è entrare nella vita dei singoli uomini, donne e bambini che di questi informi insiemi collettivi fanno parte. Solo attraverso le loro storie personali possiamo, forse, partecipare alle loro terribili vicende umane. Racconteranno dunque di loro stessi il piccolo Hurbinek, Mordo Nahum, Cesare, Flora, Tramonto, Il Moro, il signor Unverdorben e lo stesso Primo Levi, nella speranza che queste testimonianze ci parlino di ogni singolo bambino, ogni donna e ogni uomo che in questo momento stanno vivendo quello che pensavamo essere solo un vergognoso e brutale oscuramento dell'umano sentire e che rivive invece nei tanti olocausti che si consumano ogni giorno sotto i nostri occhi. (Riccardo Bocci)