Dopo il successo delle oltre 70 date in tutta Italia di Eloquio di un perdente, lo stand up comedian più scomodo e corrosivo della scena italiana torna con il suo ottavo monologo. Un misto di riflessioni dalla comicità tagliente per smontare tutti i luoghi comuni e le certezze che accomunano il nostro benpensante paese. Montanini, con la sua stand up comedy, spara sul buonismo degli italiani e lo distrugge. Una satira feroce, politicamente scorretta che caratterizza tutti gli spettacoli del comico più sagace e sferzante della nuova scena italiana.
“Che si cimenti con il caso Weinstein o con la paura degli immigrati, con il trattamento che la società riserva ai folli, ai drogati o agli irregolari in genere, Montanini tenta di capire e di farci capire come chi comanda il mondo di oggi abbia imparato a sfruttare le debolezze e le storture dell'animo e della natura umana a proprio vantaggio e per ridurci in una schiavitù inconscia, quasi consensuale. Tematiche impegnative, consapevolezze che potrebbero risultare addirittura tragiche, se non fosse che Giorgio Montanini le affronta e ce le propone con lo sberleffo. È proprio per questo che risulta così pericoloso, e che in lui - e nel pubblico che, nonostante tutti gli ostacoli, lo segue e lo ama - intravediamo con entusiasmo la scintilla di una ribellione possibile. Andate a teatro a vedere Eloquio di un perdente, e capirete da soli perché la televisione lo espelle come un corpo estraneo.” (Saltinaria)
“Evviva. Era dai tempi di Luttazzi che la satira non aveva la ferocia che le compete. La ferocia dei latini: distruggere dalle fondamenta il potere costituito. (...) Montanini ha un'intelligenza squisita e raffinata, coperta da una spazzatura lessicale. Usa il cannone e non il fioretto. Ma, mentre parla di centro e periferia, capiamo che il vero punto dove stare è là dove Brecht diceva che i posti non erano occupati: dove c'è ingiustizia. Questa è militanza, questo è quell'anticlericalismo di cui Montanini auspica un ritorno sincero." (L’Arena)